Riforma del ciclismo professionistico 2015: ecco il progetto integrale dell’UCI

La riforma del ciclismo professionistico 2015-2020

Fine stagione, tempo di bilanci, tempo di classifiche. Sui mezzi d’informazione, soprattutto gli specializzati, in questi giorni, compaiono le classiche conclusive dell’annata professionistica 2013 che offrono il destro a molteplici interpretazioni e analisi. Soprattutto quelle redatte dall’U.C.I. che tentano di fissare, da vari angoli di visuale, la “fotografia” dei valori in campo, sia a livello individuale, sia a livello di squadra. Classifiche redatte con vari parametri, soprattutto per quelle di squadra, che tentano di conciliare l’addendo sportivo puro a un addendo di valori diversi nel tentativo di perseguire, talvolta con criteri che assomigliano ad alchimie, l’obiettivo del risultato sportivo con un ricercato valore, più o meno “aggiunto”, anche di tipo economico. Sono comunque classifiche che incidono e determinano posizioni di graduatoria che si riflettono in modo importante, anzi decisivo, per le squadre che aspirano alla classificazione World Tour e, di conseguenza, a cascata, per le formazioni Professional e Continental. E le squadre, con i corridori, sono componenti di primo rilievo nell’attività ciclistica. Chi si è voluto dilettare (si fa per dire…..) per entrare nel merito di queste classifiche di squadra, ripescando più o meno lontane reminescenze matematiche, chiedendo anche l’ausilio di specialisti matematici in servizio effettivo, ha ricavato e prospettato risultati sensibilmente difformi da quelli U.C.I. – Materia ampia, opinabile ma tant’è.

L’ampia premessa in argomento, argomento che certamente non appassiona i tifosi ma che comunque, si voglia o non si voglia, determina in pratica possibilità e modalità dello svolgimento dell’attività ciclistica, vuole inquadrarsi nell’annunciato progetto U.C.I. “LA REFORME DU CYCLYSME PROFESSIONNEL 2015-2020” – Septembre 2013 – Florence. ( scarica il documento completo UCI “La riforma del Ciclismo Professionistico”)Non c’è bisogno di traduzione. Si tratta di un ponderoso documento votato e approvato nel corso del congresso U.C.I. agli ultimi mondiali di Firenze che fissa le linee direttrici del ciclismo professionistico e che entrerà in vigore dal 2015. Per dare un’idea di massima riportiamo i titoli dei capitoli che compongono la riforma: Organizzazione del ciclismo professionistico, classifiche, regole di partecipazione, processo di selezione delle corse, processo di selezione delle squadre, calendario, metodologia. Ossia tutto il ciclismo. Non abbiamo la pretesa di riassumere qui l’ampia materia. Ricordiamo che l’inizio di questo studio data nel 2011, la “genesi” è definita con terminologia biblica. Seguono una serie di riunioni, “les grandes dates” sono definite, che hanno portato alla formazione del documento finale approvato dal Comitato Direttivo dell’UCI e dal CCP a Firenze, nel settembre 2013, in occasione dei mondiali in Toscana.

Tutte le “famiglie” del ciclismo sono state coinvolte nella redazione del progetto con il coinvolgimento dell’Istituto delle scienze dello sport dell’università di Losanna, la multinazionale dei servizi all’impresa Deloitte e degli “stakeholders” del ciclismo, ossia enti e organismi i quali, a vario titolo, rappresentano proprietà, tradizioni e interessi di vario tipo nel mondo delle due ruote.

“Riflettere, ascoltare, consultare, lavorare” spicca, quale slogan, nel capitolo delle scadenze che prevede per il 15 gennaio 2014 la redazione del nuovo regolamento da sottoporre all’approvazione del C.D. UCI e al CCP, per il 2015 l’inizio dell’attuazione della riforma e, nel 2020, la conclusione della riforma. E qui ci fermiamo poiché la vastità e la complessità della materia richiedono adeguati approfondimenti e attente analisi che non sono comprimibili in breve spazio. I responsabili di varie componenti e associazioni del ciclismo stanno analizzando il ponderoso documento per portare il contenuto alla conoscenza dei rispettivi associati.

Non crediamo d’essere lontani dalla verità dicendo che il contenuto della riforma è destinato a incidere profondamente nel tessuto e anche nelle tradizioni del nostro ciclismo. Nulla sarà più come prima, questo è certo. E’ un bene? Il dibattito sarà aperto a breve e, come sempre nel ciclismo, il verdetto sarà emesso dalla strada come si suole dire. Speriamo tutti, per il ciclismo – soprattutto – e per gli appassionati (categoria un po’ in ombra nelle analisi targate UCI), che si dimostri veramente un bene.

Giuseppe Figini

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